PACE e il premio Nobel per la Pace all’Unione Europea

Il PArtito dei Cittadini Europei, creato il 9 maggio 2007 in occasione dei 50 anni del Trattato di Roma, ha scelto di portare il bell’acronimo di “PACE”, che indica nella pace la ragion d’essere fondamentale della costruzione europea.
Pace si rallegra dunque in modo particolare per l’assegnazione del premio Nobel della Pace 2012 all’Unione europea. Con questa scelta,  l’accademia Nobel ha preso atto della pacificazione del «vecchio continente» da 60 anni, mentre i decenni precedenti erano stati segnati da conflitti continui, sempre più devastanti, sempre fonte di sofferenze, sempre più avidi del sangue dei popoli in nome di nazionalismi guerrieri, portatori di odio e di violenza.

 
È un premio giusto in un momento opportuno, quando molti si interrogano sul futuro dell’Unione europea di fronte alla crisi causata dai debiti sovrani. Ci ricorda, a noi cittadini europei, tutto ciò che è stato fatto dal 1952 e che potremmo perdere se non vi prendiamo cura. Anche se le discussioni attuali sono monopolizzate dalle questioni finanziarie, il premio Nobel richiama la nostra attenzione anche sul fatto che il più efficace progetto di pace che mai sia stato concepito è molto più di una unione economica. Infatti, l’Unione europea è il solo quadro collettivo credibile per superare le gravi difficoltà attuali per il dialogo, il rispetto delle differenze e la difesa della dignità di ognuno degli Stati membri.

 
Pace saluta la memoria dei «padri fondatori», al vertice dei quali compaiono Konrad Adenauer, Jean Monnet e Robert Schuman, la cui visione  e forza di convinzione hanno permesso di ancorare questa cultura di pace. È il nostro bene comune più prezioso, che deve essere difeso senza tregua.
Ma attraverso l’Unione europea, non sono solo dirigenti ispirati e volenterosi che vengono onorati da questo Nobel: sono prima di tutto i/le cittadini/e europei/e, di ieri e di oggi, poiché hanno avuto la saggezza di scegliere, democraticamente, il primato del dialogo e dei negoziati tra Stati un tempo nemici, più che la violenza, come mezzo per comporre i disaccordi.
Il PArtito dei Cittadini Europei (pace) sottolinea che il Premio Nobel della Pace crea degli obblighi morali:
– obbligo di risolvere al meglio i conflitti che ancora agitano l’Unione europea e alcune regioni vicine (Irlanda del Nord, Cipro, Kosovo);

– obbligo di contribuire attivamente alla promozione della pace nel mondo, soprattutto nell’ambito mediterraneo;

– obbligo di lottare, attraverso l’educazione, la cultura e gli scambi, come quelli Erasmus, contro il risorgere di ideologie nazionaliste xenofobe;

– obbligo, infine, di trovare il giusto equilibrio tra la riduzione dei debiti degli Stati e la protezione dei cittadini più fragili allo scopo di preservare la coesione sociale, condizione indispensabile per mantenere la pace civile e continuare a costruire il progetto europeo.
Il PArtito dei Cittadini Europei (PACE) invita con convinzione il presidente del Parlamento europeo, M. Martin Schultz, il presidente del Consiglio europeo, M. Herman van Rompuy, il presidente della Commissione europea, M. José Manuel Durão Barroso a far loro questi impegni morali, nello spirito dell’articolo 3, paragrafo 1, del trattato sull’Unione europea che afferma che «L’Unione ha per scopo quello di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli».
Bruxelles, il 26 ottobre 2012